martedì 3 settembre 2013

Segnali di fumo: Marvel Now! I nuovissimi X Men: Gli eroi del domani + Professoressa K




I Nuovissimi X Men N. 1/3
Soggetto e sceneggiatura: Brian Michael Bendis
Matite e Copertina: Stuart Immonen e David Marquez
Chine: Wade Von Grawbadger
Colori: Marte Gracia
Giugno/Agosto 2013
Prezzo di copertina: € 3,50 cad.
Panini Comics
su licenza Marvel Comics
contiene All New X Men n. 1/6 Gennaio/Marzo 2013

Una nuova serie degli X Men con i cinque membri originali (Ciclope, Marvel Girl, Bestia, Angelo e Uomo Ghiaccio) prelevati dal passato e catapultati ai giorni nostri.
Quando lessi l'incipit della nuova testata dedicata ai mutanti di casa Marvel bollai inizialmente la cosa come emerita caXXata, per dirla alla Trio Medusa.
Il fatto che poi ai testi ci fosse Brian Michael Bendis non faceva altro che confermare la mia opinione.
Per carità BMB è un grande scrittore però i suoi lavori migliori per la casa delle idee sono tutti cicli di storie per serie con eroi "a solo" (Ultimate Spider Man, Daredevil, Elektra). 
Mentre i suoi risultati più deludenti (qualitativamente parlando) li ha dati quando si è ritrovato a scrivere di supergruppi (Ultimate X Men, Ultimate Fantastic Four, Avengers).
Proprio la sua gestione dei Vendicatori, caratterizzata da grandi idee, sviluppate male e in fretta, e approfondite ancora peggio, mi aveva portato a ridimensionare le qualità dello scrittore e a farmi abbandonare del tutto i comics americani.

Poi mi sono ricordato di quando, nel 2000 sentii parlare per la prima volta di Ultimate Spider Man e, ancora scottato dal pessimo Spider Man:Chapter One,non sentendo minimamente il bisogno di rileggere nuove origini rivedute e corrette del ragnetto, bollai con la stessa espressione l'iniziativa.
Errore clamoroso! E quando il fumetto arrivò in Italia me ne accorsi. Per anni USM è stato il vero Uomo Ragno, una serie narrata con canoni moderni, dove tutto poteva succedere e dove, allo stesso tempo si respirava l'essenza del personaggio di Lee e Ditko degli anni '60.

E quindi? Cosa c'entra questo con gli X Men?
Beh, se ho sbagliato una volta a giudicare un qualcosa per partito preso, senza neanche leggerlo, forse mi sbagliavo pure adesso.
E infatti All new X Men (da noi ribattezzata I Nuovissimi X Men) nei primi sei numeri USA ha messo sul piatto tutti gli elementi per una grande serie!!!

Innanzitutto partiamo dal titolo. All New X Men. In esso ritroviamo tutta la sagace ironia di Bendis. Non potendo più usare l'appellativo di New X Men (già usato nel 2001 nella gestione Morrison e riciclato nel Reload per il rilancio dei Nuovi Mutanti), BMB alza il tiro rifacendosi allo slogan che troneggiava sulle copertine degli anni '70. Quando Len Wein e Chris Claremont presero una serie moribonda e la rilanciarono con nuovi personaggi (all new, all different).
Quella era un'epoca in cui tutto poteva accadere e i lettori di tutto il mondo premiarono la casa delle idee facendo diventare il fanalino di coda della produzione Marvel il suo best seller.
Poi, all'apice del successo gli X Men sono implosi su loro stessi, si è smesso di innovare e si è pensato a preservare, in un continuo reiterarsi di situazioni trite e ritrite.
L'unico che ha cercato di smuovere le acque è stato il già citato Morrison. Con il risultato che tutto il suo ottimo lavoro è stato completamente ribaltato (e in un certo senso disconosiuto) appena ha lasciato le redini della serie.
Pertanto, conscio di ciò, Bendis non potendo andare avanti, torna indietro e ripesca gli X Men originali portandoli nel contesto odierno. Come dicevo, ironico e geniale.
Altro non dico per non rovinare il piacere della lettura a chi non l'avesse già fatto.
Voglio solo affermare che ho ritrovato il gusto e il piacere di leggere gli X Men come se fossimo ai tempi d'oro di Chris Claremont.
Perché Bendis riprende alla grande, con tecniche moderne di narrazione, le tre componenti che hanno fatto le fortune dei mutanti: supereroismo, fantascienza e soap opera.

I primi cinque albi formano la saga Gli Eroi di Domani, l'incipit che pone le basi della serie, disegnati da Stuart Immonen che parte alla grande, dimostrando l'enorme maturità che il suo tratto ha raggiunto in questi anni, calando però nell'ultimo capitolo forse a causa delle scadenze troppo ravvicinate (nei primi mesi la testata è uscita in America a cadenza quindicinale).
La sesta parte è un episodio di raccordo che approfondisce le conseguenze della prima saga, preparando contemporaneamente il terreno alla seconda. Alle matite troviamo il sostituto David Marquez, autore di una prova ne carne ne pesce, senza personalità, nel tentativo di adattarsi allo stile del titolare di testata.

Ma, nonostante una parte grafica non all'altezza, ripeto I Nuovissimi X Men parte col botto, facendo della confronto tra due generazioni di X Men (da una parte quelli ingenui e puri degli anni '60, dall'altra quelli feriti da anni di battaglie, torture, tragedie e compromessi dei giorni nostri) il suo punto forte. 

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