venerdì 13 settembre 2013

Segnali di fumo: Saguaro n° 16 Il Nido delle Aquile


Soggetto e Sceneggiatura: Bruno Enna
Disegni: Luigi Siniscalchi
Copertina: Davide Furnò
Agosto 2013
Prezzo di copertina: € 2,90
Sergio Bonelli Editore

Saguaro ha sventato il complotto ai suoi danni ma il rientro nei ranghi dell'FBI è più difficile di quanto potesse immaginare.
In primo luogo deve sottoporsi ad una serie di sedute con una psicologa. 
Enna introduce così un nuovo personaggio: una dottoressa molto ambigua, in bilico tra professionalità e interesse personale verso un uomo affascinante nella sua durezza e nei suoi misteri.
L'occasione è propizia per mostrarci ancora una volta la natura della rivalità tra Thorn e Cobra Ray, due facce della stessa medaglia.
E, zitto zitto, Enna ci fa vedere anche in che modo sta evolvendo il rapporto tra lo stesso Thorn e Kay, la cui figura sta assumendo sempre più i contorni di ancora razionale del protagonista.
In questo numero, ad esempio, appare pochissimo. Ma il peso delle sua presenza e delle sue parole è importantissimo.

Dicevo delle difficoltà di reinserimento. I problemi per Saguaro non sono solo di natura personale ma anche lavorativi.
Si trova a dover collaborare con colleghi che lo trattano con pregiudizio a causa della sua natura di nativo.
Ma, oltre al pregiudizio c'è qualcosa di più grave e angosciante: non può fidarsi di nessuno perché chiunque potrebbe essere la talpa a cui sta dando la caccia!

Nell'albo viene affrontato un argomento molto importante nella cultura mondiale degli anni '70: la nascita delle radio libere.
Con il suo consolidato stile fresco e dinamico Enna continua ad espandere l'affresco della continuity della serie, riuscendo allo stesso tempo a chiudere una sottotrama e ad aprirne un'altra, nella struttura di un racconto autoconclusivo.
In pratica la perfezione nel fumetto seriale.

Siniscalchi, ai disegni dimostra di avere ormai preso confidenza con lo stile vintage che ha deciso di usare come approccio grafico alla serie.
Un risultato strano al primo impatto ma che riesce a farmi calare nell'epoca della storia, donando alle tavole un senso di piacevolezza nella lettura.

Bellissima e carica di tensione (nonché di piacevolissimi inside joke per gli appassionati di musica) la cover di Furnò.

Infine una cosa che dimentico sempre, colpevolmente di citare nelle mie recensioni, l'ottimo apparato redazionale a cura di Gianmaria Contro, sempre ricco di informazioni e aneddoti sulla storia dei nativi americani.

N.B. Copyright delle immagini degli aventi diritto

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