domenica 20 dicembre 2015

Star Wars episodio VII: il risveglio della forza



ATTENZIONE: CONTIENE SPOILER

Film visto mercoledì pomeriggio, rigorosamente in 2D (per fortuna la sala in 3D era strapienissima da giorni, altrimenti mi sarebbe toccato accontentare mia moglie come compromesso)

Una convergenza astrale ha fatto si che qualche mese fa mi fosse dato dalla mia azienda un programma di ferie da smaltire a macchia di leopardo... e tra i giorni dati c'era la fatidica data del 16 dicembre. 

Bambini piazzati dalla nonna ed eccomi in sala con la mia mogliettina, completamente ignara di Star Wars e mitologia affina, ma sempre pronta a seguirmi nelle mie nerditudini.

Il film ha varie chiavi interpretative. Il parere sulla sua riuscita dipende esclusivamente dal punto di vista di come lo si guarda.

Mia moglie, neofita appunto, è rimasta estasiata da questo mondo. Quindi la Disney è riuscita nell'operazione di rilanciare il franchising e accaparrarsi una nuova fetta di adepti.

C'è poi il fan consapevole, cioè io. Consapevole che Star Wars non è più un'opera visionaria di un giovane creativo. No, ormai Star Wars è marketing, è un prodotto di massa preconfezionato. Non mi aspettavo (ne mi aspetto in futuro)
 innovazione. Pretendo solo una storia che mi emozioni, che mi diverti e che mi commuovi, nel rispetto della tradizione. E' qui sono moderatamente soddisfatto, con qualche piccola delusione.

E poi c'è il fan duro e puro. Quello che della trilogia originale ha fatto un culto, una religione. Ritenendola perfetta anche dove non lo è, è smerdando i prequel e questa attuale in divenire, pur non riuscendo a resistere alla tentazione di vederle o rivederle. E il web ne è pieno in questi giorni.

Dicevo, io faccio parte della seconda categoria. E in base al mio punto di vista, il film lo posso dividere schematicamente in punti di forza e punti deboli.

Punti di forza:
i nuovi personaggi. Sono molto belli e tutti potenziali. La nuova triade Fynn, Rey e Poe contrapposta a Kylo Ren.

Personaggi ancora acerbi, la cui evoluzione all'interno del film mi ha appassionato e invogliato a seguire il resto della saga.

SPOILER

Il fatto che Rey sia così potente non mi fa ingarbugliare in disquisizioni da nerd sul fatto che non sia possibile perché i Jedi senza addestramento bla bla bla...
Si perde il focus sul bersaglio. Abrahms ci mostra una cosa mai successa prima, quindi la domanda è perché Rey riesca a farlo. Chi è realmente?

FINE SPOILER

Il cast originale che buca lo schermo con il suo alone mitologico. Il tempo è passato, nella finzione così come nella vita reale. Ma le rughe sui loro volti sono funzionali ad alimentarne la leggenda.

Le dinamiche tra i personaggi. Ottima l'iterazione tra vecchi e nuovi. C'è quel giusto mix di dramma e comicità, che ha fatto le fortune della prima trilogia, senza risultare forzato come nei prequel.

Le scenografie. Un ritorno alle origini da space opera vintage con ambienti reali, senza attori palesemente spaesati davanti ad un pannello verde.

Punti deboli.
La trama. 

SPOILER

Un pezzotto di una nuova speranza. Il motivo per cui della trilogia originale, quello che mi piace di meno è il ritorno dello jedi è per il fatto che la missione dei ribelli sia distruggere un'altra volta la morte nera. Quindi immaginate il mio sbadiglio quando ho rivisto per la terza volta la stessa situazione.
Ma anche il ripetersi delle stesse situazioni dell'episodio quarto mi ha infastidito.

FINE SPOILER

Lucas si è beccato tante critiche con i prequel ma almeno non ha scimmiottato se stesso.
Abrahms e la Disney invece hanno agito dando ai fan quello che volevano, una ripetizione liturgica del capostipite. 
In certi momenti mi sono sentito come quando vado in un pub ad ascoltare una cover band.
Mi diverto sicuramente ma sto sempre seguendo un surrogato dell'originale.
Lo stesso colpo di scena (o presunto tale) 

SPOILER

della morte di Han Solo per mano di suo figlio è telefonatissimo (pur se funzionale nel processo di perdizione di Kylo Ren verso il lato oscuro)

FINE SPOILER

Tutto ciò trasuda paura da parte del regista, degli sceneggiatori e dei produttori. Paura di incappare nelle critiche feroci beccate da Lucas (a volte anche ingiustamente) nel decennio scorso, da parte dei fan duri e puri. 
E la paura si sa, conduce al lato oscuro.

lunedì 6 luglio 2015

The experiment: Asocial network


Circa un mese fa mi è stato rimproverato di passare troppo tempo con lo smatphone in mano, concentrato su di esso.

La cosa mi ha mandato in bestia.
Io odio gli smarphone e simili, lo uso per lavoro altrimenti mai lo avrei acquistato.

Comunque preso atto di questa "accusa", goccia che ha fatto traboccare un vaso ormai saturo, ho deciso di compiere un esperimento.

Non potendo eliminare whatsapp (che mi serve appunto per lavorare) ho acquistato una seconda sim che uso nel mio vecchio cellulare. Quei cari vecchi cellulari che facevano solo due cose: telefonare e mandare/ricevere sms (eh si, sto parlando della preistoria).
Finito di lavorare, metto lo smartphone offline e uso un telefono il cui numero è stato dato a pochissime persone.
Niente più messaggi o telefonate da clienti senza educazione e rispetto negli orari più improbabili, con le richieste più assurde!

E poi mi sono cancellato da facebook, eliminando anche l'applicazione sullo smartphone di cui sopra.

Ho scoperto, e a qualcuno potrà sembrare anomalo o blasfemo, che esiste una vita al di fuori di esso... anzi LA VITA.

Il mondo c'era prima di Facebook (o di qualsiasi altro social, mi pare ovvio che in questo post mi limiti a parlare di quello al quale sono iscritto)... e ci sarà anche dopo.
La gente sembra averlo dimenticato.
Il villaggio globale, la comunicazione istantanea, doveva e poteva essere una grande conquista da parte dell'uomo. 
Invece si è rivelata un'arma di distruzione di massa che ha rimbecillito le persone e compromesso qualsiasi tipo di rapporto umano.

Le persone non parlano più ormai. Condividono, selfano, litigano, si sputtanano, si punzecchiano solo ed esclusivamente on line.

Si è perso tutto. Il controllo della situazione, il rispetto, l'educazione.

I social network, i blog (ormai obsoleti), internet in generale sono un mezzo, una cosa da usare quando serve e non sempre. Non bisogna lasciarsi usare da essi e, soprattutto da chi li controlla.
La parola d'ordine dev'essere pluralità. Informarsi su più media quando si sparge una notizia. 
Oppure fermarsi a pensare se il tempo che sprechiamo sui social possiamo reinvestirlo in altro.

Ma, soprattutto, dobbiamo tornare a parlare tra di noi, guardandoci negli occhi, senza l'ausilio di emoticon e cazzi vari per non fraintenderci.
Riscopriamo il contatto umano.