lunedì 6 luglio 2015

The experiment: Asocial network


Circa un mese fa mi è stato rimproverato di passare troppo tempo con lo smatphone in mano, concentrato su di esso.

La cosa mi ha mandato in bestia.
Io odio gli smarphone e simili, lo uso per lavoro altrimenti mai lo avrei acquistato.

Comunque preso atto di questa "accusa", goccia che ha fatto traboccare un vaso ormai saturo, ho deciso di compiere un esperimento.

Non potendo eliminare whatsapp (che mi serve appunto per lavorare) ho acquistato una seconda sim che uso nel mio vecchio cellulare. Quei cari vecchi cellulari che facevano solo due cose: telefonare e mandare/ricevere sms (eh si, sto parlando della preistoria).
Finito di lavorare, metto lo smartphone offline e uso un telefono il cui numero è stato dato a pochissime persone.
Niente più messaggi o telefonate da clienti senza educazione e rispetto negli orari più improbabili, con le richieste più assurde!

E poi mi sono cancellato da facebook, eliminando anche l'applicazione sullo smartphone di cui sopra.

Ho scoperto, e a qualcuno potrà sembrare anomalo o blasfemo, che esiste una vita al di fuori di esso... anzi LA VITA.

Il mondo c'era prima di Facebook (o di qualsiasi altro social, mi pare ovvio che in questo post mi limiti a parlare di quello al quale sono iscritto)... e ci sarà anche dopo.
La gente sembra averlo dimenticato.
Il villaggio globale, la comunicazione istantanea, doveva e poteva essere una grande conquista da parte dell'uomo. 
Invece si è rivelata un'arma di distruzione di massa che ha rimbecillito le persone e compromesso qualsiasi tipo di rapporto umano.

Le persone non parlano più ormai. Condividono, selfano, litigano, si sputtanano, si punzecchiano solo ed esclusivamente on line.

Si è perso tutto. Il controllo della situazione, il rispetto, l'educazione.

I social network, i blog (ormai obsoleti), internet in generale sono un mezzo, una cosa da usare quando serve e non sempre. Non bisogna lasciarsi usare da essi e, soprattutto da chi li controlla.
La parola d'ordine dev'essere pluralità. Informarsi su più media quando si sparge una notizia. 
Oppure fermarsi a pensare se il tempo che sprechiamo sui social possiamo reinvestirlo in altro.

Ma, soprattutto, dobbiamo tornare a parlare tra di noi, guardandoci negli occhi, senza l'ausilio di emoticon e cazzi vari per non fraintenderci.
Riscopriamo il contatto umano.