lunedì 18 febbraio 2013

Nuovi orizzonti di frontiera - intervista a Bruno Enna

Ospite di "Lasciate spazio ai sognatori...", lo sceneggiatore Bruno Enna



Così recita la sua biografia, estratta dal sito ufficiale della Sergio Bonelli Editore http://www.sergiobonellieditore.it/:
"Nato a Sassari nel 1969, dal 1995/96 inizia a collaborare con la Disney scrivendo sceneggiature per diverse testate (tra cui Topolino, W.I.T.C.H, PK Paperinik new adventures), redazionali e servizi per vari inserti settimanali, nonché per le sezioni licensing e libri.
Collabora anche con le Edizioni IF. Nel 1999 crea, con Mulazzi, Fasano e  Barbucci, il personaggio disneyano Paperino Paperotto.
Negli anni successivi, oltre a collaborare con la Disney (scrivendo, tra l'altro per la serie a fumetti di Monster Allergy), partecipa a Lys (Tridimensional) e supervisiona la serie Angel's Friends (Play Press). 
Sceneggia poi per due serie di animazione televisive: Winx Club e Monster Allergy (Rainbow).
Nel 2010 lavora per le edizioni francesi Soleil, pubblicando l'albo "Coeur de papier", disegnato da Giovanni Rigano. Inoltre, è co-creatore, insieme a Greppi, Di Genova e Lucchetta, della serie di animazione televisiva Spike Team, in onda sui canali RAI.
Ha fatto il suo esordio presso Sergio Bonelli Editore nel 2004 con una storia di Dylan Dog, "L'uomo di plastica", pubblicata nel settimo Maxi Dylan Dog. Sempre lo stesso anno, Fumo di china gli ha assegnato il premio come miglior sceneggiatore umoristico.
Attualmente scrive per Topolino e Dylan Dog ed è impegnato con le avventure di Saguaro, pubblicato dalla nostra casa editrice a partire dal Maggio 2012."


Salve Bruno e benvenuto.

Saguaro, come Magico Vento alla fine degli anni '90, ha inaugurato una new wave per l'editore di Via Buonarroti, facendo da battistrada per altri progetti che sono già arrivati (Le Storie) ed altri che arriveranno a breve/medio termine (Dragonero, Orfani ecc...). Nonché è il primo caso di serie senza una scadenza prefissata, dopo un decennio di lancio di sole miniserie. Perché tra i tanti progetti è stato scelto proprio Saguaro? C'entra una qualche componente scaramantica magari, essendo il western il genere che ha fatto le fortune della casa editrice?
La scaramanzia non c'entra, credo che Saguaro sia arrivato prima degli altri soltanto per motivi squisitamente produttivi

La tematica sociale, con la rappresentazione della vita nelle riserve dei nativi americani negli anni '70 e i disagi dovuti ad un'integrazione razziale fortemente osteggiata dall'uomo bianco, è una componente fondamentale nel taglio inedito che ha la serie per presentare un genere, quello western che, per gli scettici sembra aver detto tutto. Come riesci a coniugare questa caratteristica con il bisogno di rimanere pur sempre ancorato ai canoni del giallo e dell'avventura?
Qualcuno dovrebbe spiegare agli scettici che il western è un genere, non una moda. Come riesco a coniugare il tutto? Non è difficile, visto il contesto storico in cui si muove il protagonista. Dal canto mio, cerco di alternare vicende adrenaliniche e lineari ad altre più o meno complesse, in cui è possibile provare a riflettere sulle condizioni dei nativi americani (anche se, in generale scrivendo le avventure di Saguaro mi pongo il semplice obiettivo di divertire i lettori).
Va detto che all'interno di ogni vicenda, persino in quella più "leggera", c'è sempre un robusto lavoro di documentazione. Ovviamente cerco di non appesantire la lettura, distribuendo le informazioni nella dose giusta. E' necessario che il lettore si senta parte della storia e che il mondo in cui si muovono i personaggi sia credibile; in questo mi aiutano moltissimo i disegnatori, tutti professionisti attenti al dettaglio.

L'esordio in Bonelli è avvenuto con Dylan Dog, del quale apprezzai particolarmente la storia breve "Fiaba nera", contenuta nel terzo Dylan Dog Color Fest, con le matite di Corrado Roi e i colori di Maria Lorenza Chidini. Pur provenendo da un colosso come Disney, cos'ha rappresentato esordire con uno dei cavalli di razza dell'editore milanese?
E' stata una grande emozione. Ricordo che proposi due soggetti a Mauro Marcheselli e che lui ne approvò uno (la storia apparve poco tempo dopo sul Maxi del 2004 con il titolo: "L'uomo d plastica"). Continuai così, alternando la mia produzione disneyana alle storie di Dylan. La storia breve di cui parli tu, in effetti, mi ha dato molte soddisfazioni; merito senza dubbio dei disegni di Roi e dei colori di Maria Lorenza.

Com'hai iniziato a fare questo lavoro a livello professionale? Qual'è stata la molla che ha fatto scattare in te il sogno e l'ambizione di fare lo sceneggiatore di fumetti?
Da ragazzo scrivevo le sceneggiature che poi avrei disegnato. Riempivo la casa dei miei genitori di schizzi, strisce e tavole più o meno complete. Dopo aver concluso gli studi all'accademia delle belle arti, decisi di iscrivermi alla scuola del fumetto di Milano. Quello stesso anno ci fu una selezione per sceneggiatori (l'idea era quella di reclutare studenti per il primo corso di sceneggiatura indetto dall'accademia Disney). Passai la selezione e conclusi il corso. Comincia a scrivere per Topolino e, in breve, smisi di disegnare per concentrami esclusivamente sulla sceneggiatura.


Nel tuo curriculum vanti anche esperienze nel mondo della TV per ragazzi. Quali sono le differenze nello scrivere una storia per un fumetto ed una per un cartone animato?
Scrivendo per l'animazione, a volte, diventa necessario "cronometrare" le sequenze: una pratica a cui, lo ammetto, non mi sono mai abituato. Ogni sceneggiatura viene inoltre rimaneggiata (se ne scrivono due, tre, dieci versioni). Il regista, lo story editor, i produttori e altri collaboratori... tutti possono dire la loro e proporre delle variazioni più o meno rilevanti. Il risultato è che, alla fine, quello che vedi in TV non è quasi mai ciò che avevi immaginato. Nel fumetto è tutto più diretto, immediato: devi fare i conti solo con il tuo editor che cura l'albo sino all'uscita.


Restando invece nell'ambito fumettistico, quali differenze hai riscontrato nel lavorare per il mercato italiano e per quello francese?
In realtà per la Francia ho lavorato (e lavoro) solo per la Soleil, per una collana molto particolare chiamata "Metamorphose". Gli albi di questa collana propongono storie surreali e poetiche, del tutto libere da qualsiasi vincolo narrativo e visivo. Mi diverto molto, lo ammetto, ma è un passatempo: a darmi da vivere è il fumetto nostrano, che adoro e rispetto profondamente.

Le tue storie sono sempre caratterizzate da un ritmo serrato e da dialoghi asciutti e mai banali. Quali sono gli autori (fumettistici e non) che hanno influenzato il tuo modo di scrivere?
Le storie di Saguaro sono così: dirette e asciutte, perciò anche i protagonisti agiscono e si esprimono di conseguenza. Quando scrivevo per Dylan, PK oppure W.I.T.C.H., utilizzavo tre diversi linguaggi narrativi, il più possibile adatti alle serie fumettistiche in questione. Credo che lo sceneggiatore debba sempre porsi al servizio della storia (e non viceversa), con coerenza, dall'inizio alla fine, anche a costo di sbatterci la testa.
Dato che sono onnivoro e leggo di tutto, è difficile per me dire quali autori abbiano influenzato il mio modo di scrivere per Saguaro. Di certo, nella creazione della serie, oltre ai libri di Tony Hillerman, hanno avuto un peso rilevante anche quelli di Cormac Mc Carthy (che di "sintesi" se ne intende).

Quali sono le tue passioni? Cosa fa Bruno Enna nel tempo libero?
Tra il lavoro e la famiglia (ho due bambini) devo dire che di tempo libero ne ho davvero poco. Vorrei riprendere a disegnare, questo si. Chissà...

Progetti futuri? Saguaro a parte, ci sono altri progetti in cantiere? Magari un albo de "Le Storie"?
Le idee non mancano, ma per ora restano nei cassetti. In questo momento sono assorbito da Saguaro.

Ed ora per concludere, domande di rito per tutti gli ospiti del blog.

Avendo la possibilità, quale personaggio al quale non hai mai lavorato, ti piacerebbe scrivere?
Tex, senza dubbio.

Team up impossibili. Quali personaggi ti piacerebbe far incontrare (o scontrare) in una storia scritta da te?
Visto che stiamo fantasticando, direi un incontro tra Saguaro e Tex...

La fine del mondo si avvicina. Dobbiamo evacuare la terra. Puoi portare con te un libro, un film, un cd e un fumetto. Quali?
Il piccolo principe, il cacciatore, prendere e lasciare di De Gregori e l'eternauta.

Sei un sognatore? Se si, ammesso che non l'abbia già fatto, qual'è il sogno che vorresti realizzare?
Di sogni ne ho già realizzati tanti. Diciamo che vorrei mantenere intatto l'entusiasmo per questo mestiere e continuare a lavorare con costanza e soddisfazione.

Ringrazio Bruno Enna per la cortese disponibilità, augurandogli un “in bocca al lupo” per il proseguimento della sua carriera.

Alla prossima.

NdA Copyright delle immagini degli aventi diritto