lunedì 26 agosto 2013

Segnali di fumo: Long Wei 3 - Il Pugno


"Il pugno dell'eterna primavera"

Soggetto: Diego Cajelli
Sceneggiatura: Diego Cajelli e Stefano Ascari
Disegni: Luca Bertelé e Patrick Macchi
Copertina: Lorenzo "LRNZ" Ceccotti
Editoriale Aurea
Agosto 2013
Prezzo di copertina: € 3,00

Buona la terza!!!
E non mi riferisco alla storia perché Long Wei è partito col piede giusto fin dal primo numero, ma alla qualità di stampa.
Dopo le feroci critiche sorte un po' in ogni angolo dell'internetverso, finalmente L'Aurea da alle stampe un albo leggibile, senza quelle macchie gialle simil unto su ogni pagina.
Almeno l'albo che mi è capitato tra le mani e così ma, nei vari forum e social network ho avuto l'impressione di non essere stato l'unico fortunato.
Certo non siamo ai livelli delle altre case editrici ma finalmente ci troviamo di fronte ad una confezione dignitosa che rende giustizia al proprio contenuto.

Come nei precedenti albi, la trama non è niente di trascendentale ma è molto piacevole da leggere. 
SPOILER Si parla di combattimenti clandestini, un argomento che per me ha sempre un certo fascino FINE SPOILER

Ho chiuso l'albo soddisfatto e incuriosito dal cliffangher finale che invoglia a leggere il numero successivo.

L'obiettivo della serie, finora pienamente centrato, è presentare del sano e puro intrattenimento action, abbinando il tutto con un certo stile.

Certo stavolta la struttura delle tavole si fa più canonica ma non viene disdegnata una piacevole libertà dalla classica gabbia bonelliana.
Giocandosi il jolly nella sequenza finale.
SPOILER Troppo divertente il modo in cui viene rappresentato il combattimento tra Long Wei e il suo avversario, Daniele.
Non sono mai stato un grande fan dei videogame o un giocatore incallito, possessore di console. 
Ma anch'io, durante la mia infanzia ho giocato in qualche sala giochi a Street Fighter o ad altri picchiaduro.
E le tavole in stile videogame sono state un tuffo nei ricordi. FINE SPOILER

Un vero peccato per l'errore che ha portato alla stampa della copertina sbagliata.
Quella anticipata su Facebook era più bella e più comunicativa ma LRNZ resta un grande.


Copertina prevista inizialmente per questo numero 3, "scartata" dalla redazione per un errore di rinomina file




sabato 24 agosto 2013

Segnali di fumo: Maxi Dampyr n° 5 - Il collezionista



Soggetto e Sceneggiatura: Giovanni Di Gregorio
Disegni: Corrado Roi
Copertina: Enea Riboldi
Luglio 2013
Prezzo di copertina: € 6,50
Sergio Bonelli Editore

"A tutto Roi" recita il titolo dell'editoriale che apre l'albo. Ed in effetti il nome dell'artista, che ha legato il successo della sua lunga carriera nel fumetto popolare italiano al personaggio di Dylan Dog, è l'attrazione principale (sulla carta) del Maxi Dampyr 2013 che, dopo Alessandro Baggi nel 2010 e Diego Cajelli nel 2012, ancora una volta conferma la formula monoautore.
Una formula che da un senso ad un formato che, spesso dagli appassionati bonelliani viene visto come un mero contenitore di storie che non trovano collocazione nelle serie regolari.

Purtroppo la seconda prova di Roi su Dampyr (aveva già disegnato un albo della serie regolare, il n° 51 "Tre vecchie signore" del Giugno 2004) si rivela la più grande delusione di questo bel malloppone dampyriano.
Con il suo stile sintetico fatto di ombre e suggestioni o lo si ama o lo si odia, non ci sono mezze misure.
Personalmente ho sempre trovato il suo tratto affascinante ma qui mi sono trovato di fronte a 292 pagine troppo altalenanti.
Ci sono ad onor del vero tavole bellissime, pregne di quel senso di horror claustrofobico che hanno caratterizzato le sue storie dylaniate ma, allo stesso tempo mi sono trovato a leggere anche tavole tirate via, vignette incomprensibili, personaggi che non mantengono lo stesso aspetto tra una vignetta e l'altra (i peggio riusciti sono proprio Harlan e i suoi pards) o che, nella stessa sequenza cambiano abbigliamento (SPOILER Tesla durante la riunione con i ribelli FINE SPOILER).
Mi fossi trovato di fronte ad disegnatore scarso (cosa impossibile visti tutti i mostri sacri presenti nello staff di Dampyr), allora pazienza. Fa niente.
Ma Roi è un grande ed era lecito aspettarsi di più!

Un vero peccato perché Di Gregorio, secondo me, ha scritto davvero una bellissima storia, un ampio affresco in cui scenari e tematiche cambiano vorticosamente, non annoiando mai durante la lettura, sguazzando piacevolmente nella mitologia e nella continuity della serie.

Quindi in definitiva promuovo ancora la formula mono autore dei Maxi Dampyriani ma il merito non è certo di Roi.




martedì 20 agosto 2013

Fiumi d'inchiostro: Il libro delle anime di Glenn Cooper


Come da progetto iniziale del blog non solo interviste e recensioni a stampo fumettistico ma anche letterali.
Ad inaugurare questa nuova rubrica la mia ultima lettura: Il libro delle anime di Glenn Cooper, edito nel 2010.
Si tratta del seguito del best seller "La biblioteca dei Morti", pubblicato l'anno precedente.
Così come il predecessore, questo secondo capitolo (di una trilogia) si conferma avvincente e spiazzante.
Will Piper, non più agente dell'FBI dopo i fatti narrati nel primo romanzo, incrocia di nuovo la sua strada con l'organizzazione dell'Area 51, dove sono custoditi una serie di volumi contenenti le date di nascita e di morte di tutte le persone dal 1297 fino al 9 febbraio 2027.
Ma nella biblioteca manca un volume che viene ritrovato ai giorni nostri. E questo volume mancante darà inizio alla sarabanda di eventi che porterà all'inaspettato finale che porrà le basi per il terzo romanzo.

Il primo romanzo era stata una sorpresa che aveva proiettato l'esordiente Cooper ai vertici delle classifiche.
Il seguito poteva rivelarsi una repetita juvant della struttura del primo romanzo come di solito fanno gli autori di successo per non tradire le aspettative (coff, coff, qualcuno ha detto Dan Brown??? :P)
Invece Cooper non potendo giocare più con l'effetto sorpresa porta la storia al livello successivo e scava nelle zone d'ombra del primo romanzo, chiarendone dei punti rimasti oscuri, facendo avanzare la vicenda e la crescita del protagonista.

Adesso non vedo l'ora di acquistare "I custodi della biblioteca" e conoscere cosa ci sia oltre l'orizzonte.

domenica 18 agosto 2013

Segnali di fumo: The Walking Dead n° 10 - Tra la vita e la morte


Soggetto e Sceneggiatura: Robert Kirkman
Disegni e Copertina: Charlie Adlard
Toni di grigio: Cliff Rathburn
Agosto 2013
Prezzo di copertina: € 3,30
Saldapress
su licenza Image Comics/Skybound
contiene The Walking Dead nn. 37/40 anno 2007

Avrei potuto intitolare questa recensione "calma apparente" perché, rispetto agli adrenalinici ultimi due numeri, in questo albo l'azione latita o quasi.
Però di cose ne succedono, eccome se ne succedono.
Una serie di eventi che ancora una volta ribaltano lo status quo psico fisico dei protagonisti.
Quindi, pur mancando la componente action le emozioni non mancano.
L'unico difetto che si potrebbe obiettare a Robert Kirkman è una certa logorrea nei dialoghi che in alcune sequenze avrebbero richiesto uno stile più asciutto e conciso.

La miglior copertina vista finora sulla serie (affascinante e significativa nella sua essenzialità) anticipa un cambiamento di stile di Charlie Adlard. 
Il suo approccio alla tavola si fa meno grottesco e più realistico, discostandosi sempre di più dal proprio predecessore (Tony Moore).

Dicevo "calma apparente". Un albo dai cambiamenti significativi ma che, allo stesso tempo, ha il sapore della quiete prima della tempesta.
Una tempesta che sicuramente travolgerà e stupirà il lettore, portandolo su lidi inimmaginabili, marchio di fabbrica della serie a fumetti "The Walking Dead"!


sabato 10 agosto 2013

Segnali di fumo: Color Tex n° 3 Lo sciamano Bianco


Soggetto e sceneggiatura: Mauro Boselli
Disegni: Giovanni Ticci
Colorazione: GFB Comics (coordinamento: Nucci Guzzi)
Copertina: Claudio Villa
Prezzo di copertina: € 5,50
Agosto 2013
Sergio Bonelli Editore

Dopo il colpo di sonno avvenuto durante la lettura del color Zagor 2013, mi sono approcciato a questo Color Tex con molta diffidenza.
Complice anche una trama che non mi stuzzicava più di tanto.
Poi, vuoi che stavolta dietro alla macchina da scrivere c'era "mister garanzia" Mauro Boselli, vuoi che in un'epoca in cui tutto è già stato scritto non conta cosa ti raccontano ma come te lo raccontano, ho letto, secondo il mio parere di profano texano, una grande storia di Aquila della notte.
Piena di pathos, coinvolgimento emotivo, momenti anche divertenti e un crescendo di tensione che sfocia nella bellissima sequenza finale (a cui la splendida copertina di Claudio Villa si ispira).

Non si sente affatto la mancanza di Kit Carson (il mio pard preferito) perché la vicenda è costruita su misura per la coppia Tex/Tiger Jack.

Sceneggiatura calibrata coi tempi giusti. Anche nel finale (spesso tallone d'achille delle prove boselliane).
Per non parlare della sequenza flashback sceneggiata in maniera perfetta, senza pedanteria.

Ai disegni il maestro Ticci col suo tratto rude e sintetico che si sposa alla grande con le atmosfere della storia.
I colori sembrano quasi dar fastidio, sminuendo la bellezza delle tavole. Per poi diventare un valore aggiunto nella sequenza finale e nelle scene ambientate SPOILER nella miniera d'oro FINE SPOILER

Sfido chiunque a considerare questo speciale come semplice lettura da spiaggia. Qui siamo davanti ad una storia che richiede attenzione e partecipazione emotiva per vivere in pieno la missione di vendetta e giustizia affrontata da Tex.


domenica 4 agosto 2013

Segnali di fumo: Color Zagor n° 1 - I fantasmi del capitano Fishleg


Soggetto: Moreno Burattini
Sceneggiatura: Jacopo Rauch
Disegni: Walter Venturi
Colorazione: GFB Comics (coordinamento: Nucci Guzzi)
Copertina: Gallieno Ferri
Agosto 2013
Prezzo di copertina: € 5,50
Sergio Bonelli Editore

Driiiiiiin!
Driiiiiiin!
Pronto?
Ciao, sono Color Zagor n° 1

E la mia recensione potrebbe finire qui.

Come tutti sanno, Zagor è un personaggio creato 52 anni fa. Il problema di questo numero d'esordio della nuova collana speciale con cadenza annuale, dello spirito con la scure è che sembra scritto come se fossimo nel 1961.
La questione non è il soggetto del racconto, che contiene spunti interessanti sul passato di uno dei comprimari del folto cast di pittoreschi personaggi della serie. Ma il modo banale e noioso con cui questi viene sviluppato.
Tre quarti della storia è narrata in flashback, con i personaggi che narrano la vicenda sotto forma di didascalia, come se, appunto stessimo leggendo un fumetti di 52 anni fa!
Tutto telefonato (appunto :P).
Non c'è pathos, non c'è partecipazione. Solo noia, parzialmente mitigata da un finale veloce e ritmato figlio più del mestiere che dell'ispirazione.
Non pretendo che siano tutti Boselli. Ma, diamine un minimo di aggiornamento nelle tecniche di narrazione non farebbe male.
Del resto è proprio questo il motivo per cui compro le storie del personaggio in maniera saltuaria. 
Qualcuno potrà obiettare il fatto che sia un controsenso cercare la modernità in un personaggio come Zagor.
Io, invece penso il contrario.
Zagor è un personaggio di rottura, nato moderno. E il modo in cui si narrano le sue storie sono la chiave per tenerlo a passo coi tempi.

Bocciata la storia, devo dire che anche i disegni non mi fanno gridare al miracolo. Sia chiaro: le tavole sono impeccabili.
Venturi è bravissimo. Il suo talento è indiscutibile e per lui parla il suo curriculum.
Sembra nato per disegnare Zagor ma... il suo tratto in questa prova è troppo debitore dello stile di Gallieno Ferri.
Non metto in dubbio che la sceneggiatura non permettesse chissà quali soluzioni però mi sarebbe piaciuto in pizzico di personalità in più.
L'impressione è che l'autore si sia approcciato al personaggio con troppa riverenza.

Come era prevedibile, la colorazione è quella tipica della collezione storica di Repubblica. A me piace e ritengo che sia adattissima per una serie come Zagor.

Una colorazione che invece in copertina è più sfumata su colori pastello. Anche qui un'ottima scelta per valorizzare una copertina di impatto immediato come tradizione del maestro Ferri.

Ma, tirando le somme, un esordio con più ombre che luci per una collana dalla quale è lecito aspettarsi molto di più, per un personaggio che ha fatto della modernità nella classicità il suo punto di forza.