sabato 24 agosto 2013

Segnali di fumo: Maxi Dampyr n° 5 - Il collezionista



Soggetto e Sceneggiatura: Giovanni Di Gregorio
Disegni: Corrado Roi
Copertina: Enea Riboldi
Luglio 2013
Prezzo di copertina: € 6,50
Sergio Bonelli Editore

"A tutto Roi" recita il titolo dell'editoriale che apre l'albo. Ed in effetti il nome dell'artista, che ha legato il successo della sua lunga carriera nel fumetto popolare italiano al personaggio di Dylan Dog, è l'attrazione principale (sulla carta) del Maxi Dampyr 2013 che, dopo Alessandro Baggi nel 2010 e Diego Cajelli nel 2012, ancora una volta conferma la formula monoautore.
Una formula che da un senso ad un formato che, spesso dagli appassionati bonelliani viene visto come un mero contenitore di storie che non trovano collocazione nelle serie regolari.

Purtroppo la seconda prova di Roi su Dampyr (aveva già disegnato un albo della serie regolare, il n° 51 "Tre vecchie signore" del Giugno 2004) si rivela la più grande delusione di questo bel malloppone dampyriano.
Con il suo stile sintetico fatto di ombre e suggestioni o lo si ama o lo si odia, non ci sono mezze misure.
Personalmente ho sempre trovato il suo tratto affascinante ma qui mi sono trovato di fronte a 292 pagine troppo altalenanti.
Ci sono ad onor del vero tavole bellissime, pregne di quel senso di horror claustrofobico che hanno caratterizzato le sue storie dylaniate ma, allo stesso tempo mi sono trovato a leggere anche tavole tirate via, vignette incomprensibili, personaggi che non mantengono lo stesso aspetto tra una vignetta e l'altra (i peggio riusciti sono proprio Harlan e i suoi pards) o che, nella stessa sequenza cambiano abbigliamento (SPOILER Tesla durante la riunione con i ribelli FINE SPOILER).
Mi fossi trovato di fronte ad disegnatore scarso (cosa impossibile visti tutti i mostri sacri presenti nello staff di Dampyr), allora pazienza. Fa niente.
Ma Roi è un grande ed era lecito aspettarsi di più!

Un vero peccato perché Di Gregorio, secondo me, ha scritto davvero una bellissima storia, un ampio affresco in cui scenari e tematiche cambiano vorticosamente, non annoiando mai durante la lettura, sguazzando piacevolmente nella mitologia e nella continuity della serie.

Quindi in definitiva promuovo ancora la formula mono autore dei Maxi Dampyriani ma il merito non è certo di Roi.




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