domenica 4 agosto 2013

Segnali di fumo: Color Zagor n° 1 - I fantasmi del capitano Fishleg


Soggetto: Moreno Burattini
Sceneggiatura: Jacopo Rauch
Disegni: Walter Venturi
Colorazione: GFB Comics (coordinamento: Nucci Guzzi)
Copertina: Gallieno Ferri
Agosto 2013
Prezzo di copertina: € 5,50
Sergio Bonelli Editore

Driiiiiiin!
Driiiiiiin!
Pronto?
Ciao, sono Color Zagor n° 1

E la mia recensione potrebbe finire qui.

Come tutti sanno, Zagor è un personaggio creato 52 anni fa. Il problema di questo numero d'esordio della nuova collana speciale con cadenza annuale, dello spirito con la scure è che sembra scritto come se fossimo nel 1961.
La questione non è il soggetto del racconto, che contiene spunti interessanti sul passato di uno dei comprimari del folto cast di pittoreschi personaggi della serie. Ma il modo banale e noioso con cui questi viene sviluppato.
Tre quarti della storia è narrata in flashback, con i personaggi che narrano la vicenda sotto forma di didascalia, come se, appunto stessimo leggendo un fumetti di 52 anni fa!
Tutto telefonato (appunto :P).
Non c'è pathos, non c'è partecipazione. Solo noia, parzialmente mitigata da un finale veloce e ritmato figlio più del mestiere che dell'ispirazione.
Non pretendo che siano tutti Boselli. Ma, diamine un minimo di aggiornamento nelle tecniche di narrazione non farebbe male.
Del resto è proprio questo il motivo per cui compro le storie del personaggio in maniera saltuaria. 
Qualcuno potrà obiettare il fatto che sia un controsenso cercare la modernità in un personaggio come Zagor.
Io, invece penso il contrario.
Zagor è un personaggio di rottura, nato moderno. E il modo in cui si narrano le sue storie sono la chiave per tenerlo a passo coi tempi.

Bocciata la storia, devo dire che anche i disegni non mi fanno gridare al miracolo. Sia chiaro: le tavole sono impeccabili.
Venturi è bravissimo. Il suo talento è indiscutibile e per lui parla il suo curriculum.
Sembra nato per disegnare Zagor ma... il suo tratto in questa prova è troppo debitore dello stile di Gallieno Ferri.
Non metto in dubbio che la sceneggiatura non permettesse chissà quali soluzioni però mi sarebbe piaciuto in pizzico di personalità in più.
L'impressione è che l'autore si sia approcciato al personaggio con troppa riverenza.

Come era prevedibile, la colorazione è quella tipica della collezione storica di Repubblica. A me piace e ritengo che sia adattissima per una serie come Zagor.

Una colorazione che invece in copertina è più sfumata su colori pastello. Anche qui un'ottima scelta per valorizzare una copertina di impatto immediato come tradizione del maestro Ferri.

Ma, tirando le somme, un esordio con più ombre che luci per una collana dalla quale è lecito aspettarsi molto di più, per un personaggio che ha fatto della modernità nella classicità il suo punto di forza.

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