venerdì 14 giugno 2013

Segnali di fumo: Dragonero n° 1 - Il sangue del drago


Soggetto e Sceneggiatura: Luca Enoch e Stefano Vietti
Disegni e Copertina: Giuseppe Matteoni
Mensile - Giugno 2013
Prezzo di copertina: € 3,30
Sergio Bonelli Editore

Giugno passerà alla storia come il mese dei draghi. Dopo l'esordio in Aurea della miniserie Long Wei (il cui primo numero si intitola "Il drago, appunto), arriva per la Bonelli "Dragonero", serie nata dal successo del romanzo a fumetti omonimo pubblicato dal medesimo editore, nel 2007.



Premetto che a me il fantasy non piace. O, sarebbe meglio dire, è un genere che non mi ha mai attratto e/o spinto a seguirlo e ad approfondirlo.
Infatti all'epoca non comprai il romanzo. In realtà non lo comprai anche perché era un periodo in cui spendevo un botto in fumetti e 9,00 € mi sembravano una cifra esagerata da aggiungere al budget.
Emerita stupidaggine perché se sugli scaffali di una qualsiasi libreria trovo un libro al suddetto prezzo, lo compro ritenendolo un ottimo affare.
Non capisco perché non ragionai con questa logica. Ma sto divagando. :P

Ho acquistato il numero 1 di "Dragonero" per tre motivi.
1) Una nuova serie Bonelli è sempre un evento e il primo si prova a prescindere (tranne casi estremi di autori che mi annoiano)
2) Il prezzo di copertina. Potrà sembrare un controsenso, visto che l'albo costa 0,40 € in più rispetto agli altri della casa editrice con il medesimo formato e uguale periodicità. Però ho pensato: la serie ha richiesto 3 anni di lavoro, un investimento non indifferente (visto anche il periodo di crisi globale che stiamo vivendo). Pertanto se la Bonelli ha stabilito in € 3,30 il prezzo per poter almeno pareggiare (secondo il venduto medio dei suoi albi) la cifra investita significa che i disegnatori avranno percepito un bel compenso, dovuto alla cura certosina che gli sarà stata richiesta per ogni singola vignetta. Di conseguenza al suo interno dovrei trovare una resa grafica straordinaria.
3) Stefano Vietti, (qui l'intervista rilasciatami lo scorso maggio) uno dei miei sceneggiatori preferiti da sempre.

Premesso questo, forse sbagliando, mi sono approcciato alla lettura con grandissime aspettative.
E sono rimasto altamente soddisfatto da ciò che ho letto.
Il racconto rappresenta la prima parte di una saga in quattro albi che deve introdurre la serie mettendo sullo stesso piano nuovi e vecchi lettori (dove per vecchi lettori intendo quelli che hanno letto il romanzo, ovviamente).
Quindi non posso dare un giudizio complessivo sulla storia in se, essendo solo agli inizi.
Posso dire però che non ho provato alcun disagio, ne mi sono sentito disperso. La vicenda parte sparata in medias res con un ritmo frenetico, poi tutto inizia a incastrarsi in un continuo rimbalzare tra flashback e presente.
Lo stile è dinamico e frizzante. E in ogni pagina si avverte la sensazione che i personaggi si muovono in un mondo verosimile, con delle regole specifiche nell'ambito della sospensione dell'incredulità.

Di Vietti ho già scritto sopra, quindi il mio giudizio potrà sembrare ai più poco obiettivo. Mentre di Enoch ho letto solo il numero 1 di Lilith (senza esserne particolarmente colpito). La sceneggiatura è ottima. Equilibrata e uniforme. Segno di una grande intesa e complicità tra i due autori.

Le tavole di Matteoni sono spettacolari. Mozzano il fiato nelle scene di azione e incantano nei momenti di "calma" con il perfetto connubio tra sintesi e dettaglio.
Forse la copertina è un po' deludente e anonima ma rientra nei canoni dei numeri 1 Bonelli, impostati in un certo modo.

Molto bella la grafica di copertina, con il titolo lucido in rilievo sul cartoncino. E ardita la scelta del frontespizio minimale. Al contrario della copertina, in controtendenza rispetto alla  tradizione della casa editrice.

Dicevo è impossibile dare un giudizio sulla storia perché mancano 3/4 di essa. Però ho chiuso l'albo con la voglia irrefrenabile di leggerne subito il seguito.

E adesso chi glielo dice a mia moglie che mi serve altro spazio in libreria? :P

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