giovedì 13 giugno 2013

Segnali di fumo: Dampyr n° 159 - La bestia del Gevaudan



Soggetto e Sceneggiatura: Andrea Artusi e Ivo Lombardo
Disegni: Andrea Del Campo con la collaborazione di Andrea Artusi
Copertina: Enea Riboldi
Mensile - Giugno 2013
Prezzo di copertina: € 2,90
Sergio Bonelli Editore

Dopo "Marea Rossa", la storia d'esordio pubblicata nel Maxi Dampyr del 2011, la coppia composta da Andrea Artusi e Ivo Lombardo approda sulla serie regolare dell'ammazzavampiri bonelliano.

Con loro l'esordiente (in Bonelli) Andrea Del Campo, altro talento proveniente da "John Doe".

"La bestia del Gevaudan" presenta gli stessi pregi e gli stessi difetti della già citata "Marea Rossa".
Incipit di partenza interessante, in bilico tra horror e fantascienza (in questo caso però ancorato ad una sottotrama che risale agli albori della serie, per l'esattezza al n° 10 "Casa di sangue"). Documentazione ineccepibile.
Però la vicenda si dipana in tutto l'albo con situazioni banali e prevedibili.
Il problema non sarebbe neanche questo. Ma la mancanza di pathos e coinvolgimento emotivo che si avverte in tutto il racconto, dove situazioni e reazioni dei personaggi si susseguono in maniera meccanica, sfiorando solo in superficie le personalità di Harlan o di comprimari come Angèlique e Araxe.
Purtroppo "Dampyr" quando non è scritto dal co creatore Boselli, qualche volta soffre di questi problemi, dove lo sceneggiatore di turno non riesce a calarsi appieno nelle tematiche e nelle atmosfere della serie.

Rimandato a Settembre, per usare un vecchio modo di dire scolastico, Del Campo.
Il suo tratto a mio parere, in certi punti ricorda troppo quello di Giuliano Piccininno. 
Linea chiara, classica e pulita. Nulla da dire. Ma senza quello spicchio di personalità che porta i disegnatori della serie a distinguersi l'uno dall'altro.
Molto confuse, invece le scene di azione.
Infine, piccolo appunto di continuity nerd, la caratterizzazione grafica di Angèlique (complice anche una pecca di sceneggiatura).
Non voglio fare paragoni con la sensuale figura dipinta da Alessio Fortunato nel numero precedente, ma vedere lo stesso personaggio a distanza di 30 giorni con i capelli corti stona in una serie che ha fatto proprio della continuity un suo fiore all'occhiello.
Sono stupidaggini nel quadro complessivo della storia, ma un dialogo con dei complimenti per il nuovo look da parte di Harlan sarebbe stato simpatico.

Molto belle le sequenze in flashback, disegnate da Andrea Artusi. Il distacco di stile con le tavole di Del Campo è netto e credo voluto. Una scelta stonata secondo me perchè non riesce a donare un'atmosfera precisa al racconto.
Ma, ripeto prese singolarmente le tavole sono stupende.

Copertina strana. Ad occhio presenta una colorazione differente. Soggetto stra-abusato nella serie (Harlan a figura intera, pistola alla mano con la minaccia di turno alle spalle) con Riboldi che disegna i capelli in maniera diversa. Forse, mi si permetta la battuta, la giornata era umida, capita anche a me ehehehehehehehehe.

Confezione come sempre impeccabile, un dato da sottolineare ed elogiare visto cosa propinano altri editori.


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