mercoledì 13 novembre 2013

Segnali di fumo: Dampyr n° 164 Lamiah vive!


Soggetto e Sceneggiatura: Maurizio Colombo
Disegni: Majo
Copertina: Enea Riboldi
Prezzo di copertina: € 2,90
Novembre 2013
Sergio Bonelli Editore


Nei primi anni della testata uno dei punti di forza della serie era l'alternarsi degli stili diversissimi dei due papà di Harlan.
Pur preferendo le storie di Boselli, mi accorgevo numero dopo numero di come ognuno avesse bisogno dell'altro.

Con la defezione di Colombo purtroppo questo equilibrio è venuto a mancare, perché tutti gli ottimi sceneggiatori che si sono succeduti ci hanno messo un po' di tempo per prendere confidenza con il personaggio (Cajelli e Falco) o purtroppo non hanno avuto il tempo necessario per farlo (Faggella  :( ) ma comunque imprimendo una visione e uno stile che non poteva essere uguale a quello del co creatore.

Quindi questa storia, giocoforza si portava sulle spalle una grossa serie di responsabilità e aspettative.

Aspettative che, per quanto mi riguarda sono state tutte ampiamente deluse.

Lamiah è stata la protagonista di uno dei primissimi numeri, quindi fa parte della mitologia di Dampyr.
Ma rileggendo quella storia ci si rende conto che la parte più importante non era quella della maestra della notte ma quella sul passato di Tesla.
Quindi se nel suo esordio non spiccava per chissà quale personalità, questo suo ritorno non è da meno.
Eppure la storia era partita bene con le prime pagine che si riagganciavano al suddetto albo della prima apparizione.
O con il simpatico siparietto tra Harlan, Tesla e Kurjak davanti alla tv (e qui ritorniamo all'equilibrio di cui sopra e mi trovo d'accordo con la recensione apparsa sullo spazio bianco sulle differenze nello stile più palesi tra Colombo e Boselli, ovvero il primo approfondisce psicologie e dinamiche tra i personaggi mentre il secondo è più abile nella tessitura di vicende avvincenti, relegando spesso i protagonisti sullo sfondo).
Poi il tutto si perde in una trama con troppi elementi, confusionaria, senza una direzione precisa tra fumetto impegnato e avventura horror dura e pura, antagonisti e dialoghi banali… ho finito l’albo con molta fatica.

Infine, non c’è due senza tre.
Delude il ritorno di Lamiah, delude il ritorno di Colombo e delude anche il ritorno di Majo, lontano parente dell’autore della doppia milanese.
Ad esclusione delle ottime tavole in mezzatinta, il resto dell’albo presenta un tratto svogliato.

Un’annata che sta procedendo tra alti (pochi) e bassi (molti). Forse tra me e la serie non c’è più feeling, forse ho bisogno di staccare un po’ dopo 13 anni di acquisti ininterrotti.
Già il fatto che per la prima volta non abbia acquistato lo speciale non è un buon segno.

Aspetto la prossima di Falco (che come aspettative non scherza con il maestro del Conte Magnus e di Terra di nessuno) e poi decido il da farsi.


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